venerdì 30 marzo 2012

Reporter Inside: Su iTunes il primo album di Dott Reed

Reporter Inside: Su iTunes il primo album di Dott Reed:  di Barbara Nevosi Ha 26 anni, è nata in Tasmania (Australia), ma a 14 anni si trasferisce a Londra,inizia ad esibirsi nei locali und...

Su iTunes il primo album di Dott Reed

 di Barbara Nevosi




Ha 26 anni, è nata in Tasmania (Australia), ma a 14 anni si trasferisce a Londra,inizia ad esibirsi nei locali underground e viene notata da un giovaneproduttore italiano. Samantha Dorothy Jane Reed, per tutti Dott Reed, è lacantautrice con sangue russo nelle vene, venuta su a pane, jazz e atmosfereretrò. Il nome forse, non dice molto, ma i brani “Bad luck” e “Honestly”, portati alla ribalta da due spot: di un’auto giapponese e di una banca, sì. Con questi motivetti orecchiabili, il mondo ha fatto la conoscenza di Dott (diminutivo di Dorothy), ragazza talentuosa innamorata dell’Italia e della moda. Le sue griffe preferite nella moda? Prada, Chanel e accessori, gioielli con i quali giocare. La raggiungiamo a Londra via Skype per farci raccontare dell’ultimo singolo“Lipstik” e del suo primo omonimo album, uscito in questi giorni su iTunes e altre piattaforme digitali.

Dott, oggi per emergere nella musica sono rimasti solo gli spot in tv?


Pensoche sia un canale diverso, un modo divertente per scoprire nuovi giovaniartisti e dargli la possibilità di essere ascoltati.

Nell’era dei talent show, le major sono in crisi?


Più che di crisi è in atto un cambiamento profondo nel mondo della musica. I talentshow sono un’ulteriore canale per dare visibilità ai giovani musicisti. E’ un accesso meritocraticoe democratico alla professione che toglie potere alle grandi etichette e lo fatornane nelle mani degli artisti.

E a lei, hanno mai proposto un talent show?


Sì,era un talent per Sky, ma avevo già firmato il contratto conla mia casa discografica, abbiamo pensato che non fosse per me. Sai, neitalent si cercano voci potenti, la mia lo è ma anche molto particolare.

Qual è stato il suo vero colpo di fortuna?

Noncredo nei colpi di fortuna. Ognuno è artefice della proprio destino, aiutandolo, stando nelposto giusto al momento giusto. Io per esempio dovevoincontrare un amico, lui era in ritardo e mi sono trovata seduta accanto ad un producerdella Universal: da lì è' partito tutto. Un'altra volta ad ascoltare una miaperformance c'era un tipo che mi ha segnalato alla Wasabi, la mia casadiscografica.

 



Perché la sua musica ha fatto centro?

Comeaccade per Ella Fitzgerald e per la sua musica, credo che anche la mia sia trasversale: piace a mia nonna e alla mia sorellinadiciottenne.

In questi giorni è uscito il suo primo album, progetti per il futuro?


Quest’estatesarò in tour in Italia, ospite di alcuni festival.

A parte Doris Day, quali sono i suoi musicisti preferiti?
LouisAmstrong ed Ella Fitzgerald. Tra i contemporanei mi piacePaloma Faith e The Ting Tings, un duo femminile britannico di musica indieelettronica, le ho incontrate agli Ema 2012.

 A proposito, Paloma Faith ha collaborato con lei nel singolo “Lipstik”. Che esperienza èstata?

Favolosa,amo il suo sound vintage e il suo talento.

 Ci canta una canzone che lei ama?
 "Quesera, sera, whatever will be will be. The future's not ours to see. Que sera, sera”. E’ il branocantato da Doris Day, quando la ascolto so che tutto andrà bene.

mercoledì 28 marzo 2012

Jennifer Lawrence, eroina al cinema e icona fashion in copertina

di Barbara Nevosi

Jennifer Lawrence in Dolce&Gabbana sulla copertina dell'edizione tedesca di Interview



Anche se il suo stilista preferito è Alexander Wang, firma cult delle socialite di mezzo mondo, lei si considera una neofita della moda e solo grazie alla sua stylist, Elizabeth Stewart, sta imparando giorno dopo giorno quali sono gli outfit giusti per un red carpet o un’intervista come quella che le ho fatto al Palace di Madrid. Tailleur pantalone nero, t-shirt a righe, tacco 12 e un viso che trasuda genuinità. Jennifer Lawrence, 21enne originaria del Kentucky, una nomination all’Oscar due anni fa per “Un gelido inverno”, è consapevole che “Hunger Games”, il thriller fantasy di Gary Ross tratto dalla trilogia di Suzanne Collins  (26 milioni di copie di libri venduti nel mondo) sta per cambiare la sua vita. E c’è già chi scommette che Katniss Everdeen, l’eroina futuristica alla Giovanna D’Arco (nelle sale italiane dal 1 maggio), sostituirà nel cuore dei teenager, Bella, la protagonista della saga di Twilight. Intanto questa bionda tutto pepe, castana nel film per esigenze di copione, conquista una delle copertine più ambite: quella dell'edizione tedesca del magazine Interview.

Jennifer, come si spiega l’enorme successo dei tre libri della Collins?
La nostra società è ossessionata dai reality show, l’intrattenimento ormai si fa con i fatti e le tragedie personali. Scioccare la gente per fare audience. Funziona ancora tutto come ai tempi dei gladiatori: uccidi o sei ucciso.
A lei piacciono i reality?
Sì, li guardo.
Farebbe un reality alla Paris Hilton?
Mio dio, no. Sarebbe noioso.



Si sente coraggiosa come Katniss, il suo personaggio?
Assolutamente no. Non abbiamo molto in comune.
 Personaggio preferito nel film?
Donald Sutherland nella parte del dittatore. E’ proprio un ragazzaccio.
Com’è stato lavorare con Lenny Kravitz?
Bellissimo. Lenny è un bravo attore e una persona straordinaria. Con me è stato protettivo e amorevole.
“Hunger Games” è già stato paragonato a “Twilight”, che ne pensa?
Twilight è stato un vero successo, e anche se entrambi il film vengono da libri, è impossibile paragonarli, le storie sono diverse.

 Dica la verità, sul web lei si “googla” (digita il proprio nome su Google)?
Sì. Guardo le foto che mi fanno e mi chiedo quando me le abbiano scattate. Certe volte non mi riconosco.
Centocinquatacinque milioni di dollari di incasso nel primo weekend di programmazione negli Usa. Se lo aspettava? Le fa paura il successo del film?
No, avrei paura se fosse un flop. Anche se il libro è un best-seller, non me lo aspettavo. La mia vita sta cambiando e mi preoccupa la reazione della gente.
Ha un incubo ricorrente?
Prima era litigare con i miei amici, ora sono i paparazzi.
Con quale regista sogna di lavorare?
Con Sofia Coppola. I suoi film lanciano un messaggio preciso, non sono pellicole di puro intrattenimento. E poi Woody Allen e Bernardo Bertolucci.
Attori preferiti?
Maryl Streep, Gina Rowlands e Marcello Mastroianni.
Cosa sogna per il suo futuro?
Sono una ragazza fortunata nel lavoro, ma sogno una famiglia e tanti figli per formare una squadra di calcio.

lunedì 19 marzo 2012

Ambra Angiolini: "L'amore sano ci guarirà"

di Barbara Nevosi



E' una giornata primaverile a Roma e Ambra Angiolini preferisce fare l'intervista fuori dal teatro, al sole. Forse perche' solare e pieno di energia e' anche il momento che l'attrice sta vivendo. Ad  aprile esce al cinema "Ci vediamo a casa" di Maurizio Ponzi, il 15 maggio iniziano le riprese di "W l'Italia", il nuovo film di Massimiliano Bruno, che e' anche l'autore di "Ti ricordi di me", lo spettacolo col quale l'ex ragazza prodigio della tv debutta al Teatro Ambra alla Garbatella il 20. Sul palco Ambra sara' accanto ad Edoardo Leo, diretta da Sergio Zecca e c'e' gia' chi, come il produttore Marco Belardi,  dice che questa storia diventera' un film.

Ambra, chi e' Beatrice Benassi?
E' il personaggio che interpreto, la protagonista di questa commedia romantica in stile inglese. E' soprattutto una psicotica narcolettica con amnesie frequenti nelle quali dimentica la vita precedente. Lei e Roberto (Edoardo Leo) si incontrano nello stesso gruppo di psicoterapia, si innamorano e cercano di guarirsi attraverso l'amore.

Quindi secondo lei l'amore puo' guarire?
Se e' un amore sano annulla tutti i sintomi, non ti fa sentire il problema di essere sbagliata. Loro restano due persone complesse e con patologie ma insieme si sentono normali.

E Roberto chi e'?
E' buono, pulito, un personaggio molto positivo della storia. Ha grande  coraggio anche se e' un cleptomane bugiardo cronico. Tiene il filo della storia e i due personaggi si migliorano vicendevolmente.


Ambra a chi consiglierebbe di fare psicoterapia?
Non e' una cosa che auguro con senso dispregiativo, anzi, credo sia  un meraviglioso viaggio dentro se stessi. Lo consiglio alle persone che amo, alla mia famiglia e a tutti quelli che vogliono conoscersi. Regalatevi questa esperienza prima di andare in giro per il mondo o in America pensando di trovare chissa' cosa.

Lei ha detto che il teatro da' una bella lezione di democrazia. In che senso?
Perche' davanti al pubblico capisci veramente se quello che dici funziona o no.

I prossimi impegni?
Dopo le riprese  di "W L'Italia" ho la tournee teatrale, anche se in realta' non sappiamo mai tutto con precisione se non il mese prima per il mese dopo. Saperlo con molto anticipo sarebbe come avere il posto fisso al Comune.

Domani esce il nuovo film di Ferzan Ozpetek, lei ha lavorato con lui nel 2007 in "Saturno contro". Le ha cambiato la vita essere diretta da lui?
Mi ha cambiato la vita conoscermi attraverso di lui.

Melissa Satta: “Amici@letto? Sì grazie, ma solo per fiction"

Di Barbara Nevosi   leggilo anche su Metro http://www.metronews.it/master.php?pagina=notizia.php&id_notizia=2839


La sua passione per la moda non e' mistero: ama comprare da brand del lusso, ma anche nelle catene low cost e il vintage nei mercatini,e poi mischia, sperimenta, gioca con il look.  Melissa Satta, showgirl e modella, ora anche attrice, sa come essere cool, anche sotto le lenzuola della sitcom "Amici@letto", (stasera l'ultima puntata su Comedy Central) accanto ad Omar Fantini.

Melissa, ci voleva una sitcom per parlare del sesso senza amore?
Perche' no. "Amici@letto" racconta una maniera più moderna, diretta e meno impegnativa di vivere e vedere i rapporti e le relazioni. I tempi sono cambiati, non ci si sposa più a 20 anni, ma dopo i 35, 40. Oggi i giovani sono più indipendenti.

A proposito di amicizie di letto, a lei e' mai capitato?
Sinceramente no, ho avuto tutte relazioni lunghe e importanti. Credo però che quella di avere un amico di letto sia una scelta di entrambe le parti. Non ci sono vincoli, obblighi ma solo divertimento senza impegno sentimentale.

La sitcom è stata la prima prodotta per Facebook. Lei che rapporto ha col web e con i social network?
Molto buono, direi. Sono più legata a Twitter per la sua immediatezza. Ho un mio sito dove mi sfogo in libertà. Mi piace scrivere, fare foto e postarle. Do anche consigli sul trucco e sul look.

Lei lavora tra gli Usa e l’Italia, come si trova?
Non è facile, ma non voglio lasciare l’Italia. Ho un’agenzia a New York e una a Los Angeles, mi divido e seleziono le offerte di lavoro. Ho appena fatto un servizio fotografico per GQ Messico, una campagna pubblicitaria per il Sud America e un corto con Kobe Briant prodotto da Nike.

Ma in Italia, nel suo settore la crisi si sente?
Sì, è un periodo difficile per tutti, bisogna stringere i denti.

Cosa le piacerebbe condurre in tv, un programma di moda?
Sì, lo farei volentieri. Ma il mio sogno è un programma in giro per il mondo a raccontare culture diverse. Amo viaggiare.

E al cinema ha mai pensato?
Non lo snobberei, ma mi piace fare una cosa per volta. Ora c’è la tv.

Il cantante Michel Telò è andato a Milanello a trovare i giocatori del Milan, il suo fidanzato (Boateng) ha ballato con lui “Ai se eu te pego”?
Mi aveva detto che Telò sarebbe andato, ma non mi sono fatta raccontare com’è andata…

Se non avesse fatto la showgirl che lavoro avrebbe voluto fare?
L’avvocato o la giornalista. Ho studiato Public Relations e Pubblicità allo Iulm di Milano ma poi mi sono persa per strada.

giovedì 8 marzo 2012

Shopping mon amour: Marni per H&M a Porta di Roma

di Barbara Nevosi

Stamattina in circa 260 punti vendita in tutto il mondo Marni ha lanciato la sua mini-collezione per H&M. Questa foto l'ho scattata alle ore 7.30 nello store romano del centro commerciale Porta di Roma. La serranda dello showroom è ancora abbassata. Si alzerà alle ore 9.00.




Noto per l'originalità delle stampe e per la creatività delle sue collezioni, Marni presenta capi e accessori con i celebri stampati a prezzi low. Disegnata da Consuelo Castiglioni, fondatrice e stilista del marchio,  la capsule collection è stata realizzata in esclusiva per il colosso svedese dell'abbigliamento.
Arrivo alle ore 7.30, e penso che sono lontani i tempi della capsule di Lanvin per H&M quando file chilometriche mi precedevano. Complice l'apertura dello store di Napoli di H&M, stamattina a Porta di Roma c'erano molte meno persone. Io sono rientrata nel IV gruppo (ingresso ore 9.50) e ho fatto un ricco bottino: la giacca pois violacei, il cappottino nero a pois neri, il bracciale gricio e arancio, il foulard arancio, la cintura nera. Spesa ttotale 289 euro e passa la paura. Sì, la crisi c'è ma non toglieteci anche la vogli di giocare con i vestiti, la mia grande passione.

Nella foto sopra: la giacca com maniche a tre quarti. Nella foto accanto il cappottino con cintura in vita.

mercoledì 7 marzo 2012

Charlotte Cariraghi, un'amazzone firmata Gucci

di Barbara Nevosi


Charlotte Casiraghi è il nuovo volto della campagna pubblicitaria di Gucci "Forever Now", ideata per celebrare le icone della maison.
Quattro i fotografi che la immortaleranno, primo fra tutti  Peter Lindbergh. Scattate sullo sfondo di una scuderia, le immagini di Charlotte rievocheranno la passione del fondatore per l’equitazione. È grazie ad una intuizione Guccio Gucci, ispiratosi al sottopancia della sella del cavallo, che nacque l’iconico nastro verde e rosso della casa di moda. Negli anni Cinquanta utilizzò per la prima volta il rosso e il verde per profili e dettagli dei bauli da viaggio e da allora il nastro e i suoi colori sono divenuti un simbolo della maison. La passione per l'equitazione della figlia di Carolina di Monaco non è un mistero, non lo è neanche il fatto che l'ereditiera monegasca vestisse Gucci durante le sue competizioni equesti. Ca va san dire, il passo da cliente a testimonial è breve. Et voilà, il gioco è fatto!

Guarda il video:
http://www.youtube.com/watch?v=cipsc8Oak70&feature=player_embedded#!

Claudio Santamaria: "Dico parolacce e faccio il maleducato ma solo sulla ribalta"

di Barbara Nevosi

Al cinema è protagonista de “Gli sfiorati” di Matteo Rovere e “Diaz” di Daniele Vicari, a teatro invece,  è impegnato in “Occidente solitario”, la commedia noir dai risvolti grotteschi scritta dal commediografo e cineasta Martin McDonagh. Periodo felice per Claudio Santamaria che ritroviamo sulla ribalta dell’Ambra Jovinelli (dal 15 al 25) accanto a Filippo Nigro, Nicole Murgia e Massimo de Santis, diretto da Juan Diego Puerta Lopez.

Claudio, chi è Coleman?
E’ il fratello maggiore di Valene (Filippo Nigro n.d.r.), col quale è in perpetuo conflitto. Coleman è un istintivo, molto fisico, legato ai bisogni primordiali. E’ uno che si gratta, si mette le dita nel naso, dice parolacce. E’ rozzo, una bestia.

Punti di contatto col personaggio?
Spero di non averne nessuno…Da quando siamo in scena Filippo crede che io sia un coatto e invece cerco di spiegargli che è Coleman che mi tira fuori questo aspetto rude (ride).

Come vi siete conosciuti lei e Nigro?
Incontrai Filippo una sera d’autunno sotto Ponte Sisto (scoppia a ridere n.d.r.). Seriamente, abbiamo la stessa agente. Lavorare con lui è divertente, a volte il lavoro vero non è stare nel personaggio, ma cercare di non riderci in faccia.

Sì, ma in scena siete cattivissimi, una sorta di Caino e Abele dei giorni nostri. Lei è più Caino o Abele?
Sono più Caino, Coleman è più crudele di Valene.

E nella vita?
Sono un pezzo di pane.

La commedia porta in scena il conflitto, è una realtà che le appartiene?
Adesso sono più pacifico, in generale tendo a placare  i conflitti, ma non su certi atteggiamenti: invadenza, maleducazione, mancanza di rispetto.

Avete pensato di trasformare la commedia in un film?
Perché no, il testo si presta molto alla versione cinematografica. Sarebbe bello fare un film sulla trilogia di McDonagh e con la sua regia.

Due film in sala e la tournée teatrale. Che periodo è?
Faticosissimo, non mi fermo da due anni. Sono soddisfatto anche se la tournée è stressante, ma il gruppo è talmente affiatato che mi ripaga di tutto.

Qualche collega ha scritto che Muccino fa ottimi film all’estero, ma in Italia lo chiamano solo per fare “Baciami ancora”. Il suo amico Gabriele è poco apprezzato in patria?
Sì, però a me piacerebbe molto lavorare con quel gruppo di attori (Giorgio Pasotti, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi etc.). Girare con Gabriele, che fa un lavoro incredibile sugli attori tirando fuori lati sconosciuti di ognuno, è una esperienza umana che arricchisce. Senza questo il film è fine a se stesso. Non dimentichiamo che il percorso attoriale è un percorso di crescita.

Ho letto che lei avrebbe fatto figli già a 20 anni e che oltre a Emma ne vuole altri. Come l’ha cambiata la paternità?
Mi sono calmato molto sul lavoro, prima mi struggevo per dei dettagli, ora non sono più vitali. Un figlio ti fa scoprire l’amore eterno, quello che non finirà mai.

E con Emma che padre è?
Non so, me lo dirà lei da grande. Per ora ci divertiamo insieme e cerco di crescerla senza viziarla eccessivamente.

giovedì 1 marzo 2012

Ficarra e Picone: "Sognamo un film con Giovanna Mezzogiorno"

di Barbara Nevosi


Diciotto anni insieme non sono pochi, anche se trascorrono veloci e in allegria. Parola di Ficarra e Picone, che stasera (ore 21) sbarcano  al Teatro Ambra Jovinellicon la loro comicità  “made in Sicily”. “Apriticielo” è lo spettacolo (in replica fino all’11) che parafrasa un tipico modo didire del sud Italia quando accade qualcosa di improvviso e inaspettato. Una messinscena a quadri, che a colpi di ironia, sarcasmo, paradossi e scene demenziali punta dritto alla pancia dello spettatore. Un’ora e mezzo di sano divertimento per i comici, reduci dal successo al cinema di “Anche se è amore non si vede”, eche dal 1 aprile vedremo di nuovo dietro il bancone di “Striscia la notizia”.

Che cos’è la comicità?
Ficarra: La comicità è soggettiva, non può essere né ingabbiata né giudicata perché lascia il tempo che trova. Cambia con l’evolvere dei tempi e delle stagioni. Per me è uno che tira una torta e un altro che la prende in faccia. Mi fanno ridere le situazioni paradossali.

Picone: Non saprei definirla. Sono uno che ride molto sia delle cose che faccio, sia per i comportamenti dei bambini. E’ pane quotidiano, una leggerezza con la quale convivo.
Un punto di riferimento tra i grandi comici?
Ficarra: Stanlio e Olio, Peter Sellers, Walter Mattau, Charlie Chaplin
Picone: sì, Charlie Chaplin è inimitabile. Adoro la comicità muta, è quella più immediata e divertente.
Siete un duo dal1993, come si fa a durare per tutto questo tempo?
Ficarra: Ignorarsi, sopportarsi, vedersi il meno possibile (ride n.d.r.). Picone non lo sa, ma io mi vedo anche con un altro comico.
Picone: Gli anni sono passati velocemente. Il segreto forse è il compromesso continuo. Noi abbiamo iniziato a lavorare insieme e poi siamo diventati anche amici.
In 18 anni avete mai pensato ad una carriera solista?

Ficarra: Ci penso tutti i giorni. Ma lui non mi vuole lasciare libero, per di più sa cose certe cosette di me...potrebbe ricattarmi…(ride n.d.r.)
Picone: Sinceramente no.

A novembre scorso il vostro ultimo film, ci avete preso gusto? Avete già pronta un’altra sceneggiatura nel cassetto?

Ficarra: Il cinema ha un fascino incredibile e pensiamo sempre a qualche storia per cui valga la pena sprecare pellicola. Quando arriverà il momento non ci faremo trovare impreparati.

Picone: Di idee ce ne sono tante, a volte diventano uno sketch perché non hanno il respiro per reggere un film, a volte restano solo idee.

Con quale attrice vorreste lavorare?
 Ficarra: Il mio sogno è Giovanna Mezzogiorno: ha uno sguardo dolcissimo, malinconico, anche ironico.
 
Picone: Sì, ci piace molto la Mezzogiorno. Ha un filo comico che in “Basilicata Coast to Coast” le è uscito fuori tutto. Le lanciamo un appello.

Se non aveste fatto gli attori, che lavoro avreste fatto?

Ficarra: lo scippatore, non mi piacciono i lavori d’ufficio. 
Picone: un lavoro a contatto con i ragazzi. L’insegnante, l'allenatore di calcio.