mercoledì 28 marzo 2012

Jennifer Lawrence, eroina al cinema e icona fashion in copertina

di Barbara Nevosi

Jennifer Lawrence in Dolce&Gabbana sulla copertina dell'edizione tedesca di Interview



Anche se il suo stilista preferito è Alexander Wang, firma cult delle socialite di mezzo mondo, lei si considera una neofita della moda e solo grazie alla sua stylist, Elizabeth Stewart, sta imparando giorno dopo giorno quali sono gli outfit giusti per un red carpet o un’intervista come quella che le ho fatto al Palace di Madrid. Tailleur pantalone nero, t-shirt a righe, tacco 12 e un viso che trasuda genuinità. Jennifer Lawrence, 21enne originaria del Kentucky, una nomination all’Oscar due anni fa per “Un gelido inverno”, è consapevole che “Hunger Games”, il thriller fantasy di Gary Ross tratto dalla trilogia di Suzanne Collins  (26 milioni di copie di libri venduti nel mondo) sta per cambiare la sua vita. E c’è già chi scommette che Katniss Everdeen, l’eroina futuristica alla Giovanna D’Arco (nelle sale italiane dal 1 maggio), sostituirà nel cuore dei teenager, Bella, la protagonista della saga di Twilight. Intanto questa bionda tutto pepe, castana nel film per esigenze di copione, conquista una delle copertine più ambite: quella dell'edizione tedesca del magazine Interview.

Jennifer, come si spiega l’enorme successo dei tre libri della Collins?
La nostra società è ossessionata dai reality show, l’intrattenimento ormai si fa con i fatti e le tragedie personali. Scioccare la gente per fare audience. Funziona ancora tutto come ai tempi dei gladiatori: uccidi o sei ucciso.
A lei piacciono i reality?
Sì, li guardo.
Farebbe un reality alla Paris Hilton?
Mio dio, no. Sarebbe noioso.



Si sente coraggiosa come Katniss, il suo personaggio?
Assolutamente no. Non abbiamo molto in comune.
 Personaggio preferito nel film?
Donald Sutherland nella parte del dittatore. E’ proprio un ragazzaccio.
Com’è stato lavorare con Lenny Kravitz?
Bellissimo. Lenny è un bravo attore e una persona straordinaria. Con me è stato protettivo e amorevole.
“Hunger Games” è già stato paragonato a “Twilight”, che ne pensa?
Twilight è stato un vero successo, e anche se entrambi il film vengono da libri, è impossibile paragonarli, le storie sono diverse.

 Dica la verità, sul web lei si “googla” (digita il proprio nome su Google)?
Sì. Guardo le foto che mi fanno e mi chiedo quando me le abbiano scattate. Certe volte non mi riconosco.
Centocinquatacinque milioni di dollari di incasso nel primo weekend di programmazione negli Usa. Se lo aspettava? Le fa paura il successo del film?
No, avrei paura se fosse un flop. Anche se il libro è un best-seller, non me lo aspettavo. La mia vita sta cambiando e mi preoccupa la reazione della gente.
Ha un incubo ricorrente?
Prima era litigare con i miei amici, ora sono i paparazzi.
Con quale regista sogna di lavorare?
Con Sofia Coppola. I suoi film lanciano un messaggio preciso, non sono pellicole di puro intrattenimento. E poi Woody Allen e Bernardo Bertolucci.
Attori preferiti?
Maryl Streep, Gina Rowlands e Marcello Mastroianni.
Cosa sogna per il suo futuro?
Sono una ragazza fortunata nel lavoro, ma sogno una famiglia e tanti figli per formare una squadra di calcio.

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