Jennifer Lawrence in Dolce&Gabbana sulla copertina dell'edizione tedesca di Interview |
Anche
se il suo stilista preferito è Alexander Wang, firma cult delle socialite di mezzo mondo, lei si
considera una neofita della moda e solo grazie alla sua stylist, Elizabeth Stewart, sta imparando giorno
dopo giorno quali sono gli outfit giusti per un red carpet o un’intervista come quella che le ho fatto
al Palace di Madrid. Tailleur
pantalone nero, t-shirt a righe, tacco 12 e un viso che trasuda genuinità.
Jennifer Lawrence, 21enne originaria del Kentucky, una nomination all’Oscar due
anni fa per “Un gelido inverno”, è consapevole che “Hunger Games”, il thriller
fantasy di Gary Ross tratto dalla trilogia di Suzanne Collins (26 milioni di copie di libri venduti nel
mondo) sta per cambiare la sua vita. E c’è già chi scommette che Katniss
Everdeen, l’eroina futuristica alla Giovanna D’Arco (nelle sale italiane dal 1
maggio), sostituirà nel cuore dei teenager, Bella, la protagonista della saga
di Twilight. Intanto questa bionda tutto pepe, castana nel film per esigenze di
copione, conquista una delle copertine più ambite: quella dell'edizione tedesca del magazine
Interview.
Jennifer, come si
spiega l’enorme successo dei tre libri della Collins?
La
nostra società è ossessionata dai reality show, l’intrattenimento ormai si fa
con i fatti e le tragedie personali. Scioccare la gente per fare audience.
Funziona ancora tutto come ai tempi dei gladiatori: uccidi o sei ucciso.
A lei piacciono i
reality?
Sì,
li guardo.
Farebbe un
reality alla Paris Hilton?
Mio
dio, no. Sarebbe noioso.
Si sente
coraggiosa come Katniss, il suo personaggio?
Assolutamente
no. Non abbiamo molto in comune.
Personaggio
preferito nel film?
Donald
Sutherland nella parte del dittatore. E’ proprio un ragazzaccio.
Com’è stato lavorare
con Lenny Kravitz?
Bellissimo.
Lenny è un bravo attore e una persona straordinaria. Con me è stato protettivo
e amorevole.
“Hunger Games” è
già stato paragonato a “Twilight”, che ne pensa?
Twilight
è stato un vero successo, e anche se entrambi il film vengono da libri, è
impossibile paragonarli, le storie sono diverse.
Dica la verità,
sul web lei si “googla” (digita il proprio nome su Google)?
Sì.
Guardo le foto che mi fanno e mi chiedo quando me le abbiano scattate. Certe
volte non mi riconosco.
Centocinquatacinque
milioni di dollari di incasso nel primo weekend di programmazione negli Usa. Se
lo aspettava? Le fa paura il successo del film?
No,
avrei paura se fosse un flop. Anche se il libro è un best-seller, non me lo
aspettavo. La mia vita sta cambiando e mi preoccupa la reazione della gente.
Ha un incubo
ricorrente?
Prima
era litigare con i miei amici, ora sono i paparazzi.
Con quale regista
sogna di lavorare?
Con
Sofia Coppola. I suoi film lanciano un messaggio preciso, non sono pellicole di
puro intrattenimento. E poi Woody Allen e Bernardo Bertolucci.
Attori preferiti?
Maryl
Streep, Gina Rowlands e Marcello Mastroianni.
Cosa sogna per il
suo futuro?
Sono
una ragazza fortunata nel lavoro, ma sogno una famiglia e tanti figli per
formare una squadra di calcio.
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